Ultimamente le nostre più belle feste sono state all'insegna del "No Spritz no party", e ormai il nostro spritz è diventato un altro cavallo di battaglia da sfoggiare ad ogni festa, dal ritrovo di una squadra con splendida vista su Recco, alle cene tematiche che ogni anno sono diventate come scadenze fisse per i nostri amici, al vicino ultimo dell'anno, la sera della consacrazione.
Questa ricetta è stata suggerita da una carissima amica di Venezia doc, che chiama affettuosamente il cocktail "sprissetto", quindi è una variante personale di un diffusissimo aperitivo ormai di culto.
La ricetta è simile all'originale ma appunto con le nostre varianti personali.
Le origini di questo elisir sono incerte, ma pare che la sua diffusione sia in parte merito dell'Impero austriaco di stanza nella Repubblica Serenissima. I soldati austriaci infatti per stemperare l'elevata gradazione alcolica dei vini veneti, li allungavano con seltz (acqua fortemente gassata): da qui l'origine del nome che deriverebbe dal verbo tedesco "spritzen" ovvero "spruzzare". Successivamente la bevanda si diffuse in altre città, con l'introduzione progressiva di varianti che, come tocco di colore, prevedevano l'aggiunta di alcolici colorati di rosso come l'Aperol, il Campari, il Bitter o colorati di nero come il China Martini e il Cynar.
Esistono numerose varianti dello Spritz, in Veneto viene preparato con ghiaccio, prosecco, seltz e Campari o Aperol, aggiungendo una fetta di arancia o limone o oliva. In Trentino invece si sostituisce il prosecco con lo spumante, mentre in Alto Adige lo spritz viene servito alla maniera originale austriaca, vino bianco e acqua frizzante.
La ricetta che vi proponiamo ha una gradazione di circa 16° (a sensazione dei nostri degustatori)
45% vino bianco prosecco (noi usiamo spesso il mitico Garzellino bianco)
45% Aperol (l'originale mi raccomando, diffidate dalle imitazioni!)
10% acqua gassata (la nostra preferita è la Sant'Anna rossa, fortemente gassata)
uno spicchio di arancia
ghiaccio
Mescolate tutti gli ingredienti con un cucchiaio, aggiungete per ultimo l'arancia.
Vi ricordo per ogni cocktail di usare bevande originali, sono sempre più diffuse imitazioni, e anche nei locali spesso le bottiglie di vero hanno solo l'etichetta. Il mio consiglio è sentire almeno una volta un cocktail originale per poterne carpirne il reale sapore e saper riconoscere i falsi che stanno prendendo sempre più piede! Dai ragazzi...pensateci....mangereste mai i duroni di Vignola coltivati in Nuova Zelanda?
* l'immagine è stata presa dal sito www.venezia.net
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